STOP ALLE UOVA PROVENIENTI DA GALLINE ALLEVATE IN GABBIA
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25/01/2022
DESPAR CENTRO SUD, STOP ALLA VENDITA DI UOVA DI GALLINA ALLEVATE IN GABBIA
In tutti i punti vendita diretti della rete da gennaio 2022 sono in vendita uova di gallina allevate a terra, all’aperto e biologiche. Una scelta etica che privilegia il benessere animale e rispetta l’ambiente.
Stop alla vendita delle uova in guscio provenienti da galline allevate in gabbia.
Con questa importante decisione Maiora, concessionaria del marchio Despar per il Centro-Sud, ha adottato da gennaio 2022 una importante scelta che vede coinvolti tutti i punti vendita diretti della rete, all’interno dei quali sono disponibili sugli scaffali (sia per i prodotti a marchio che per tutte le altre marche in commercio) uova di galline allevate esclusivamente a terra, all’aperto e biologiche. Un ulteriore passo avanti è stato eliminare l’impego di uova provenienti da galline allevate in gabbia come ingrediente dei prodotti a marchio Despar surgelati, dolciari e salati.
Con questo impegno etico Maiora ha adottato la politica di eliminazione delle gabbie dalla filiera di uova fresche 100% cage free garantendo il benessere animale, promuovendo condizioni di allevamento rispettose e sicure e riducendo la sofferenza di milioni di galline ovaiole in Italia e in tutto il mondo. In questi anni le aziende del settore alimentare sono andate incontro a una vera e propria rivoluzione, che sta portando a una transizione verso il cage free. Infatti, il 60% degli oltre 50 milioni di galline e pollastre italiane si stima sia allevato in sistemi alternativi alle gabbie, ossia biologico (4%), all’aperto (3%) e a terra (53%).
«Salvaguardare la qualità di vita degli animali da allevamento – spiega Pippo Cannillo, Presidente e Amministratore Delegato di Despar Centro-Sud - serve anche a proteggere la salute dell’uomo e a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale. Con questo contributo vogliamo sostenere attivamente la transizione ad un mondo senza gabbie nel futuro del settore agroalimentare».